MANUELA FURLAN Club: Benetton Rugby Treviso RUOLO:Estremo / Ala CAP: 46 DATA DI NASCITA:30/06/1988 |
1) Sono decine e decine le discipline sportive perché hai scelto proprio il rugby, cosa ti affascina di questo sport?
Ahahha a volte me lo chiedo anche io! Scherzi a parte, e me lo chiedi? Sei mai venuto a vederci? Il rugby è contagioso! In casa mia ho sempre respirato l’aria del rugby, mio fratello, più piccolo di 4 anni, ci gioca da quando ne aveva 6. Mi ricordo che quando andavo a vederlo..volevo buttarmi nel mezzo! Vedevo questi piccoletti correre e divertirsi, vedevo i terzi tempi tutti insieme. Credimi, l’atmosfera è unica! Così, quando a 17 anni decisi di smettere con la pallavolo, e una mia amica (Elena Bisetto, Nazionale anche lei!) mi disse “cosa stai a casa a fare? Vieni al campo a provare!”..mi dissi..”perché no?”
2) Quali sono le differenze più evidenti, a parte la fisicità, tra il rugby femminile e quello maschile?
Sai quando si dice che le donne hanno un sesto senso? Ecco…credo che la differenza sia questa, il rugby maschile, come hai detto tu, è più fisico, in nostro invece è più istinto, è una scelta di adattamento alla situazione…
3) Quale età secondo te potrebbe essere quella giusta per iniziare a giocare a rugby?
Non credo ci sia un’età precisa in cui una bambina possa iniziare, io per esempio ho iniziato a 17 anni. Sicuramente però, iniziare da piccoli ti crea meno paure, ti butti nella mischia in mezzo ai maschietti e chi ti ferma più! Inoltre da piccoli si è come spugne, assorbi delle tecniche e attitudini che da grande è più difficile imparare…attenzione, difficile ma non impossibile!
4) Prova ad essere convincente, spiega perché una giovane ragazza dovrebbe indossare le scarpe chiodate ed abbandonare tutù e zumba?
Il rugby è famiglia. Sei tu con la palla in mano, ma ci sono altre 14 persone che stanno correndo con te e ti aiutano nel momento del bisogno. Il sacrificio, le “botte”, il fango..una volta iniziato, non senti più niente…e anzi, ti diverti a tuffarti in meta!
5) Ci sono molti tifosi e spettatori al seguito di una partita di rugby femminile, come vi accolgono? sono scettici? entusiasti? o altro?
Negli ultimi anni sempre più pubblico ci mostra il suo sostegno. Sicuramente tra queste persone ci sono state persone scettiche ma con tutti quelli con cui ho parlato che hanno assistito per la prima volta ad una nostra partita…beh, sono ancora al nostro seguito! E si sa che l’entusiasmo è contagioso..
6) Differenze sostanziali tra rugby femminile in Italia ed all’estero
All’estero, nei paesi anglossassoni soprattutto, il rugby è cultura. Nasci e tra gli sport che puoi fare, non è cosa anomala se pensi al rugby. Ed essendoci un numero maggiore di squadre, maggiore è la competizione. Ma qui in Italia stiamo facendo dei grossi passi in avanti in questo, il rugby femminile è in crescita, lo dimostrano i numeri..
7) Raccontare un aneddoto simpatico e/o antipatico successo sul campo durante una partita
Ce ne sono così tanti che non saprei scegliere! Durante una finale di un europeo, il nostro mediano Barattin stava per introdurre la palla in mischia, se nonché era troppo sotto alla mischia avversaria e una giocatrice le pestò il piede dove poco prima aveva appena preso un’altra botta! La mia compagna d’istinto lasciò cadere a terra il pallone, si levò il paradenti e inizio a dire come una bimba arrabbiata, quasi in lacrime “basta, non ci gioco più a questo gioco!” La cosa esilarante, oltre alla sua reazione, è stata vedere le facce delle altre giocatrici straniere e dell’arbitro!
8) Quanto e come ci si allena?
Ci si allena sempre al massimo, sia in campo con il club che in nazionale, sai che devi dare sempre di più. Quando entri in Nazionale e ti confronti con le altre squadre, ti rendi conto che la tua preparazione deve essere maggiore, devi dar modo al tuo fisico di poter reggere ritmi maggiori, a non subire il contatto fisico, quindi oltre alle normali sedute con il club, compensare con sedute in palestra e di atletica..e credimi, il lavoro paga!
© Ivrea Rugby Club – Massimo Sardo