Io, quei signori che hanno inventato il gioco del rugby vorrei proprio conoscerli, vorrei stringergli la mano e dirgli che hanno proprio fatto una bella cosa, quel giorno, più di cento anni fa. Hanno fatto bene anche perché sennò saremmo tutti a prenderci a calci negli stinchi correndo appresso a un pallone rotondo.
Quegli emeriti uomini che fondarono la Rugby Union, pare fossero soliti incontrarsi al bar, tra una birra e l’altra a discutere. Pare anche che il dibattito fosse così acceso che ci vollero avvocati e si scomodò pure la Cambridge University per tentare di mettere ordine a delle regole condivise per definire il Football. La nascente Football Association (chissà a che giro di birre erano arrivati) sosteneva che il pallone non si poteva prendere con le mani (se non dal portiere) e che fosse una figata prendersi a calci negli stinchi. Dall’altra una fazione sosteneva che (pare, forse, fossero un giro di birre indietro ma le testimonianze sono confuse) che come parte integrante del gioco fosse previsto il disputarsi il pallone a strattoni buttandosi vicendevolmente per terra anche con una certa grinta. Ad un certo punto uno disse: “Allora io non gioco più! Ecco!” Ne venne fuori, dopo svariati altri giri di birra, che forse era meglio dividersi, pacificamente, evitare ulteriori discussioni e giocare ognuno per fatti propri il proprio gioco preferito. Si bevvero un ultimo giro di birre (per la cronaca, pagarono quelli che poi fondarono la Rugby Union, gran signori) e saluti.
Tempo dopo al Pall Mall Restaurant si riunirono i vari club scissionisti (tranne uno: i Wasp), ordinarono un giro di birre e fondarono la Rugby Football. Tutti i club tranne uno, i Wasp, i cui componenti si bevvero comunque vari giri di birra ma rimasero fuori dal gruppo dei fondatori, per un equivoco, bucando l’incontro sbagliando pub. O forse non gradivano la birra del Pall Mall.
Tutto questo per parlare dell’evento degno di nota della domenica, ovvero il debutto con il fischietto in mano di giovani giocatori della U14 che si sono cimentati nell’arbitraggio di tre partite. Chi fischiava timido, altri con un piglio decisamente navigato, il terzo forse un po’ fermo sui suoi piedi, avrebbe potuto seguire meglio l’azione. Pensa che orgoglio per quei benemeriti inglesi che, dopo svariate birre, decisero di fondare la Rugby Union evitando a tanti giovani i calci negli stinchi.
Menzione d’onore alle prime linee addette alle piastre che hanno ristorato con ottime salamelle il folto pubblico e siccome la squadra si fa anche nelle retrovie un ringraziamento va anche al reparto farcitura panini. Un saluto anche a tutti le pesti di Rugby Sant’Andrea, Aosta, Volpiano. Bravi tutti|
Images courtesy of Giuseppe Pozzi © ™