da “La Sentinella del Canavese
di Massimo Sardo

Punta di diamante del Pesaro con cui ha vinto lo scudetto. Professione odontotecnico: «Con questi sport non si vive»

IVREA. Davide Campagnolo, una vita per il rugby. Da vent’anni in seconda linea inseguendo la palla ovale per mezza Italia. Inizia a sgambettare sui manti erbosi a cinque anni nell’Ivrea Rugby. «Ricordo tutto come fosse ieri – dice – mi allenavo al Pistoni, era molto divertente con un magnifico gruppo di bambini che si divertivano a imparare il gioco grazie alla passione che ci trasmetteva Simone Santi il mio primo allenatore. E sono indelebili le immagini dei numerosi i tornei cui ci faceva partecipare con entusiasmo».

Campagnolo, oggi 28enne, prosegue poi l’attività nel settore giovanile passando nelle varie Under. A soli diciassette anni l’esordio in prima squadra nel campionato di serie C con Alexandru Domocos, allenatore: «Eravamo un gruppo ben affiatato. Con molti compagni di allora non si sono persi i rapporti e, quando faccio rientro ad Ivrea c’è sempre l’occasione per ritrovarsi».

 

Conclusa l’avventura in serie C si trasferisce a Biella dove rimane per due anni, vince il campionato di serie B perdendo poi gli spareggi per la promozione in serie A. Poi nel 2015 l’approdo al Pesaro Rugby, all’epoca in serie B: «Mi sono trasferito a Pesaro perché mi stava tutto un po’ stretto. Era arrivato il momento di cambiare qualcosa nella mia vita, così – racconta Davide Campagnolo – la società Pesaro Rugby fu subito molto chiara con me. La prima frase che mi disse l’allenatore fu: noi quest’anno vinciamo il campionato è andiamo in serie A” ed aveva ragione. Come dimenticare una delle partite più belle di quel campionato disputata contro il Parabiago che aveva vinto tutte le gare del girone. I pronostici erano per loro, ma si sbagliarono di grosso – Pesaro conquistò la promozione in serie A». Campagnolo prosegue tuttora con successo la sua carriera in serie A in quel di Pesaro: «Questa città è diventata la mia seconda casa, anzi ormai quasi la prima posso affermare. È un ambiente familiare, siamo un bellissimo gruppo che si frequenta anche al di fuori del campo». Giocatore di rugby in serie A ma realista: «Sono odontotecnico ed ho sempre lavorato – dice – ho sempre visto e considerato il rugby come un secondo lavoro cui dedico passione e professionalità ma sicuramente in Italia non è una onte di guadagno».

Per quanto riguarda la palla ovale non ha alcun dubbio: «Negli ultimi anni ho assistito ad un grosso calo di livello. Mi auguro si possa tornare ad essere più competitivi in campo nazionale per giocare alla pari in campo internazionale».

La sosta forzata, causa pandemia, ha costretto il Pesaro Rugby a sospendere gli allenamenti. Ora lentamente con le dovute precauzioni si sta riprendendo. «Il futuro del rugby, dopo la breve pausa estiva, è a rischio, non sono convinto – commenta Davide – che nel 2021 ci sarà un vero e proprio campionato. Mi dispiace davvero, soprattutto per la crescita delle società e per il futuro di questo sport. Sono invece davvero molto felice che l’Ivrea Rugby abbia fatto un bel salto di qualità conquistando e confermandosi in serie B. Fa sempre immensamente piacere che la propria squadra del cuore ottenga prestigiosi risultati. La promozione dell’Ivrea mi è costata una maxi cena di pesce per Rossano Fagnani, ex giocatore a Ivrea ora a Pesaro come allenatore delle giovanili, e non vi dico quanto mangia. Voglio concludere con un ringraziamento alla società Ivrea Rugby Club per tutto quello che ha fatto, grazie davvero a tutti con entusiasmo dico #cuoreverdeblu». —

Massimo SARDO .