Ma cosa successe tra il 1823, anno della mitica corsa di Ellis, e il 1871, anno del primo match tra Scozia e Inghilterra? Sembra che quel vivace studente di Rugby (era però nativo di Manchester e di origine irlandese, si trasferì a Rugby all’età di nove anni, dopo l’estate del 1816) non ebbe più nulla a che fare con gli sviluppi successivi di tale gioco, tanto che in realtà praticava il cricket e dopo la scuola divenne sacerdote. Fu un certo Jem Mackie, con un simile gesto negli anni ’30, a ottenere una radicale modifica delle regole: la corsa in avanti con il pallone in mano è comunemente accettata dal 1839 e legalizzata nel 1841. Bisognerà però aspettare altri quattro anni per avere una stesura ufficiale delle regole: il 28 agosto 1845 si riunirono i rappresentanti della Public School di Rugby per definire questo gioco che veniva praticato nella loro città. Nonostante i meriti di Mackie, William Webb Ellis diventerà una leggenda per gli appassionati dell’ovale: la sua tomba, nel Cimitero del Vecchio Castello a Mentone (Francia), è “meta” di pellegrinaggio rugbistico e la Coppa del Mondo è stata intitolata a lui. Nel 1863, intanto, venne costituita la Football Association con l’intento di standardizzare le varie forme di calcio che venivano giocate all’epoca. Durante una serie di sei incontri, svoltisi alla Freemason’s Tavern di Londra, vari rappresentanti delle scuole pubbliche e delle università, insieme a un numero di club indipendenti di spicco, si riunirono per stabilire un singolo regolamento del calcio. La prima stesura prevedeva caratteristiche che sono ora parte del rugby, come il correre in avanti con la palla, la carica, lo sgambetto, la trattenuta ecc. Tali regole vennero gradualmente scartate in luogo di altre varianti. Nella riunione finale, i rappresentanti del Blackheath ritirarono il loro sodalizio dall’associazione a causa della rimozione della regola che permetteva il backing (calcio all’avversario sugli stinchi) e insieme ad altri club si continuò a giocare la loro versione del football. Il 26 gennaio 1871 si formò la Rugby Football Union che ufficializzò le regole del “gioco della scuola di Rugby” per tutti i club che si rifiutavano di praticare quello che invece diventerà il moderno e diffusissimo calcio.
SCOZIA-INGHILTERRA, LA PRIMA
Lunedì 27 marzo 1871 è la data del primo incontro internazionale della storia, Scozia-Inghilterra. Si gioca a Edimburgo, sul prato del Raeburn Place, campo di cricket dell’Academy. Spettatori: 4 mila. Dimensioni del terreno di gioco, durata della partita e numero dei giocatori sono ampiamente elastici: le regole variano da zona a zona e ovviamente a risultare favorita è sempre la squadra che gioca in casa. Gli avversari, considerate le difficoltà di affrontare lunghe trasferte a quei tempi, acconsentono ugualmente. La partita è descritta dai cronisti dell’epoca come una grande mischia con saltuarie azioni alla mano. L’Inghilterra riesce a muoversi più agilmente e velocemente con il pallone tra le mani, ma è lo scozzese Angus Buchanan a segnare la prima, contestatissima meta. Si occupa della trasformazione William Cross per il 3-0. Già, perché la meta vale un punto e la trasformazione 2. L’inglese Reginald Brickett va in meta, ma è in posizione troppo angolata e il capitano Strokes non trasforma: 3-1. Cross segna ancora e il match termina 4-1 per la Scozia. A fine gara, la promessa di giocare ogni anno. La meta era chiamata “try” (provare) perché a quel tempo la trasformazione valeva, come si è visto, molto più della meta stessa e quindi schiacciare la palla oltre la linea di fondo campo significava ottenere il diritto di “provare” a trasformare.
LA GRANDE NOVITA’ IRLANDESE
Per quattro anni gli unici incontri internazionali si disputano esclusivamente tra Inghilterra e Scozia. L’Irlanda fa la sua comparsa il 18 febbraio 1875, sconfitta a Londra, ma porta già una novità fondamentale che rimarrà una caratteristica fissa: la rappresentativa verde schiera una squadra composta per metà da giocatori dell’Irlanda meridionale cattolica (la futura Eire) e metà dell’Irlanda del Nord, protestante. Ancora oggi – caso unico nello sport – l’Irlanda del rugby riunisce elementi di Eire e Ulster: la palla ovale mette insieme ciò che storia, religione, politica hanno sempre diviso.
VERSO IL QUATTRO NAZIONI
Nel 1877 i regolamenti giungono a definire due squadre di 15 giocatori ciascuna. Due anni dopo, nel 1879, nasce la Calcutta Cup, oggi assegnata all’interno del Sei Nazioni tra le due genitrici del rugby internazionale: Scozia e Inghilterra. Nel 1881 debutta il Galles, ricevendo una severa lezione dagli inglesi a Blackheath (sei mete, sette calci e un drop. Nel 1882 l’Inghilterra ricambiò la visita a Swansea, ma il risultato fu sempre negativo per i Dragoni: in fondo nel rugby non s’inventa niente da un giorno, o un anno, all’altro. Di fatto, quello che diventerà il Sei Nazioni è già nato, solo che di contendenti ne annovera quattro, cioè le selezioni britanniche. Prima edizione vera e propria nel 1883.